Aggiornamento Marzo 2016
Ulteriori risultati sono stati pubblicati recentemente, che dimostrano come lâanticorpo monoclonale sperimentale Ocrelizumab, abbia rallentato la progressione della disabilitaâ rispetto al placebo, in uno studio di Fase III in pazienti con Sclerosi Multipla Primaria Progressiva (SMPP).
Lâ azienda Genetech, membro del gruppo Roche, ha annunciato che in uno studio di Fase III, Ocrelizumab, un anticorpo monoclonale sperimentale, ha rallentato significativamente la progressione di disabilitaâ rispetto alla sostanza inerte placebo a cui era stato comparato.
Genetech ha annunciato che Ocrelizumab, un anticorpo monoclonale in fase di sperimentazione, ha riportato in due studi di Fase III, una riduzione significativa della frequenza di ricadute dopo due anni di trattamento.
Natalizumab, giaâ approvato come trattamento della Sclerosi Multipla recidivante-remittente (SMRR), potrebbe fornire benefici anche nei pazienti con forme progressive della malattia.
I ricercatori coinvolti nello studio hanno descritto il primo trattamento che sembrerebbe arrestare completamente tutte le attivitĂ infiammatorie rilevabili del sistema nervoso centrale in pazienti con SM, per un periodo prolungato ed in assenza di farmaci modificanti la malattia in corso.
Due team di ricerca, uno dei quali supportato dalla americana National MS Society (SocietĂ nazionale di Sclerosi Multipla), hanno pubblicato degli studi incentrati sulla possibilitĂ di aumentare il benessere emozionale in persone colpite da SM. Nellâaffrontare una malattia cronica e spesso progressiva come la SM i pazienti tendono a focalizzarsi principalmente sulla loro salute fisica trascurando la salute emozionale, che è invece una componente essenziale del benessere generale della persona.
La Novartis ha confermato di aver ricevuto segnalazione di un secondo caso di PML (leucoencefalopatia multifocale progressiva, un'infezione virale del cervello che spesso porta alla morte o ad invalidità grave) che si è verificato in una persona in trattamento con GilenyaŽ (fingolimod, Novartis AG).
Un team di scienziati dellâUniversitĂ di Edimburgo ha avviato una collaborazione con Genzyme, societĂ leader in biotecnologie di proprietĂ del gruppo Sanofi. Tale collaborazione ha come scopo primario quello di effettuare la ricerca di nuovi farmaci in grado di ridurre il danno ai neuroni cerebrali.
Ă stato documentato per la prima volta il processo patologico completo della sclerosi multipla, rivelando come operano i processi infiammatorio e neurodegenerativo.
I meccanismi che caratterizzano le fasi avanzate della SM non sono pienamente compresi, ed i trattamenti esistenti hanno un effetto molto limitato sui pazienti con forme avanzate della malattia.
Nella sclerosi multipla (SM), gli strati isolanti di fibre nervose vengono distrutti dallâ infiammazione cronica del sistema nervoso.
In un piccolo studio di Fase II, sul trapianto di cellule staminali del sangue, in persone con forme di sclerosi multipla recidivante - remittente o secondaria-progressiva, l'attivitĂ di malattia alla Risonanza Magnetica per Immagini (RMI) era significativamente piuâ ridotta dellâattivitaâ di malattia alla RMI dopo terapia con un agente modificante la malattia quale il Mitoxantrone. Sono necessari studi clinici ben controllati e a piĂš larga scala, per determinare se questo approccio sperimentale si rivelerĂ una soluzione sicura ed efficace per le persone con SM.
Lo studio illustra la possibilitĂ di promuovere il processo di rimielinizzazione prendendo di mira le cellule progenitrici degli oligodendrociti umane con solifenacina, un farmaco anti-muscarinico che è attualmente in vendita ed è usato per il trattamento dellâiperattivitĂ vescicale. I danni alla mielina, lâisolatore lipidico che permette la comunicazione tra le cellule nervose, è il fattore determinante che causa la sclerosi multipla (SM) e altre devastanti malattie neurologiche.
Secondo un nuovo studio, guanabenz, un farmaco approvato dalla âFood and Drug Administrationâ Americana (FDA), per il trattamento della pressione sanguigna alta, è in grado di prevenire la perdita di mielina e di alleviare i sintomi clinici propri della sclerosi multipla (SM), in modelli animali della malattia. Il farmaco sembra aumentare un meccanismo cellulare innato che protegge le cellule produttrici di mielina contro lo stress infiammatorio.
Tali risultati indicano vie promettenti allo sviluppo di nuove terapie contro la SM, riferiscono gli scienziati dallâUniversitaâ di Chicago, nella edizione del 13 marzo del giornale medico âNature Communicationsâ.
Secondo uno studio pubblicato oggi, un farmaco comunemente impiegato nella prevenzione di crisi epilettiche potrebbe proteggere i nervi degli occhi dai danni associati alla SM. Inoltre, tale farmaco potrebbe potenzialmente rallentare lâaccumulo di disabilitaâ in persone con SM.
Per quanto possa suonare ingiusto, la SM non tiene lontane altre malattie. In altre parole, è possibile avere la SM e âqualcosâaltroâ allo stesso tempo. Una nuova iniziativa internazionale è stata lanciata per capire quanto sia comune per persone che convivono con la SM soffrire di altre malattie, e quanto questa condizione possa incidere sul decorso della malattia e sulla terapia di un individuo che soffre di SM.
Gli scienziati allâUniversita' di Buffalo hanno identificato un fattore di trascrizione singolo o âmaster switchâ in grado di avviare il processo di mielinizzazione critico nel cervello. La ricerca eâ stata pubblicata online negli Atti della âNational Academy of Sciencesâ (PNAS).
Lâidentificazione di questo fattore, SOX10, nelle cellule cerebrali umane, porta i ricercatori piuâ vicino allo scopo ultimo che consiste nel trattare la sclerosi multipla (SM) attraverso il trapianto, in pazienti, di cellule cerebrali capaci di sintetizzare la mielina.